L’Italia a colori

L’Italia secondo il DPCM del 03/11/20

L’ultimo DPCM ha diviso l’Italia in zone colorate. Più o meno i Presidenti di Regione l’hanno presa bene.
Il Governo ha chiesto loro di decidere cosa si poteva chiudere o meno.
Le Regioni per paura di essere impopolari hanno chiesto al Governo che fosse lui a decidere.
Il Governo l’ha fatto sulla base di 21 criteri a questo punto diventati insindacabili e le Regioni lo hanno accusato di aver tolto a loro l’autonomia.
E’ proprio un peccato che molti Presidenti di Regione non sappiano quali siano i propri compiti. E’ triste non abbiano capito o non vogliono che la loro autonomia si deve manifestare anche per decisioni impopolari non solo per quelle che portano voti.

Questa loro decisione di non decidere ha prodotto solo rabbia nella popolazione. Rabbia fomentata poi da chi ha interesse a screditare l’operato del Governo.
E così, solo per fare un paio di esempi, in Lombardia Fontana che poteva scegliere chi fermare e chi no non l’ha fatto per non fare arrabbiare i milanesi. E così si sono arrabbiati i bresciani e soprattutto bergamaschi che se la sono presa con l’incolpevole Sindaco.
Per non parlare poi degli italiani che guardano con sospetto questi colori pensando a quali interessi e sordidi motivi ci siano dietro queste scelte.
Parafrasando Battiato potrei dire che “in quest’epoca di pazzi ci mancavano i complottisti dei colori.

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