
Mala tempora currunt sed peiora parentur. Ovvero… corrono brutti tempi ma se ne preparano dei peggiori.
Sabato, a Radio Capital, le due speaker della mattinata si chiedevano a quale epoca poteva paragonarsi questa in cui conviviamo con la pandemia. Io ho pensato al 1600, o meglio all’immagine che ci lascia il Manzoni parlando della peste ne “I Promessi sposi”. In effetti cosa manca!
Negli anni della peste a Milano si consumava il processo a Galilei che sostenendo la rivoluzione copernicana si era messo contro la Chiesa. Oggi non mancano i terrapiattisti che non credono alla scienza ma al sentito dire di prove realizzate da stimabili tuttologi formatesi all’università della vita.
Anche allora c’erano gli untori. A differenza di ieri, quelli di oggi portano principalmente la disinformazione. E’ incredibile la quantità di fake news che riversano in rete. E di quelli che le rimbalzano!
Non si può affermare con certezza la loro potenzialità di trasmissione del virus ma il loro non portare la mascherina lascia più di un ragionevole dubbio sulla loro effettiva capacità di capire a cosa serve la mascherina e come questa potrebbe proteggere gli altri da loro stessi. Certamente stanno cercando di iniettare nella testa delle persone qualcosa nelle menti di più pericoloso del virus stesso: la paura!
Paura che si evolve con l’evolversi della situazione. Paura delle cose non dette. Paura che sia tutta una farsa. Paura di un complotto mondiale gestito dai siliti noti. Paura di essere i protagonisti di un Truman show a livello mondiale.
“Un’idea è come un virus. Una volta che s’impianta nella mente continua a crescere…” dice Dom Cobb in” Inception”. Peccato che i nuovi untori anziché immettere nella mente umana la paura di infettarsi stanno immettendo quello della grande finzione!