
DPCM, ovvero Di Poche Certezze Moriremo. In Italia da marzo a questa parte il Parlamento Italiano non riesce a fare l’unica cosa per cui è stato eletto, cioè legiferare.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è stato creato per far sì che in caso di necessità ed urgenza il paese possa essere in qualche modo governato saltando l’ostruzionismo a volte pretenzioso delle opposizioni. Ma qui si sta esagerando!
Era giustificato a marzo, già a maggio il suo uso era tollerabile. Certamente a settembre aveva poco senso mentre oggi è uno schiaffo alla dignità del Parlamento.
Essere a dieci mesi dall’inizio della pandemia ancora in emergenza significa solo due cose. O che il Governo per quanto bravo subito non abbia saputo da maggio in avanti che pesci pigliare per ricominciare o che a Conte piace essere un uomo solo al comando.
Sulla mia prima ipotesi potrei portare molte prove a sostegno. Penso alla riaperture delle scuole programmata ad agosto quando si sarebbe dovuto farlo a maggio. Penso alle tante regole proclamate senza pensare ad un rigido controllo delle loro applicazioni.
Anche sulla seconda ipotesi comincio a nutrire più di una certezza.
Il Governo Conte 2 è nato a seguito dalla caduta del Governo precedente ad opera di Salvini e dalla volontà forte del centrosinistra di non avere proprio quel Salvini che invocava pieni poteri come Primo Ministro. E ha vivacchiato fino a gennaio guardando sperando che il risultato delle regionali lo tenesse in vita.
Da marzo siamo governati da DPCM proclamati la sera in tv poi rettificati dal Consiglio dei Ministri la notte. E molte volte non sono stati uguali a come erano stati proclamati. Come succederà dal “liberi tutti per Natale” proclamato venerdì è già in dubbio ieri guardando la marea umana che si è riversata ieri per strada in tutta Italia. Già si parla di modello Merkel: lockdown fino al 10 gennaio
A settembre si è votato un referendum per dimezzare i Parlamentari e lui non solo non si confronta col Parlamento ma si attornia di consulenti esterni confermando il suo malessere verso gli organismi istituzionali.
Non vorrei fare paragoni troppo azzardati ma solo un altro Primo Ministro in Italia novant’anni fa aveva tale insofferenza verso il Parlamento.
Renzi in Senato dice che ha voluto fortemente questo Governo per non avere al comando un Salvini che chiedeva pieni poteri e non lo lascerà ad un altro che si erge uomo solo al comando. Calenda è preoccupato dalla deriva autoritaria di un Primo Ministro che salta il Parlamento. Si può dargli torto?
Tacciono tutti quei costituzionalisti che hanno fortemente votato no al referendum cosiddetto Renzi e sì al a quello tagliapoltrone in nome del risparmio, della democrazia e della rappresentanza in Parlamento anche dei piccoli schieramenti. Peccato che ci si renda conto che con DPCM e task force siamo sempre meno rappresentati!
E c’è anche chi sussurra parole incomprensibili: il mio partito, il PD!